Mettersi in gioco: perché?
Perché giocare è un’attività gioiosa, coinvolgente, basata sull’interazione con gli altri e con il mondo, pertinente per la persona in gioco, che è motivata a iterarne l’esperienza per il gusto di migliorarsi.
1) Nel gioco si impara a sperimentare per prove ed errori e ad assumersi scelte più rischiose
2) Per gioco si allena la creatività strategica (immaginazione e logica insieme), per risolvere problemi in modo costruttivo
3) Nel gioco si scatenano l’entusiasmo e la partecipazione, superando le barriere linguistiche e culturali e coinvolgendo tutti
4) Per gioco si è liberi dalle abitudini di lavoro, si possono provare soluzioni e comportamenti nuovi
La metafora del gioco e la creatività permettono di affrontare sia questioni di identità (individuale, di team e d’organizzazione), sia progetti complessi attraverso la loro rappresentazione sistemica e il contributo di ciascuno alla dinamica collettiva.
Il gioco diventa serio quando prevede un obiettivo legato ad un’attività professionale e formativa specifica.
Per questo proponiamo percorsi ludici su misura, a seconda dei vostri obiettivi.

«Oggi il gioco è sempre più in voga nelle aziende… Questo perché il gioco risponde a una duplice esigenza: formare in modo diverso introducendo il “fare”, e portare i dipendenti a sviluppare la loro creatività, la loro capacità di cogliere le opportunità… Il gioco è un mezzo di trasferimento che permette di gestire i conflitti e di far emergere nuove posture, nuove forme di appartenenza, nuovi metodi di lavoro, innovazione e, naturalmente, apprendimento»
Estratto di Il Management attraverso i giochi: meglio imparare ad imparare di Cécile DEJOUX, docente di management presso il Cnam ed ESCP Europe, Parigi.
L’articolo originale su The Conversation
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